loading
23 Mar

LA CINA CON GLI OCCHI DI UN DJ

Come ogni volta che vado in Cina, dalle 5 alle 6 volte l’anno, ritorno sempre con tanto sonno in meno e tante esperienze in più.

Questa volta ho voluto raccogliere un po’ di queste piccole esperienze e scriverci qualcosa.

Se voi che state leggendo vi state aspettando uno di quegli articoli sulla magia del viaggio, sulla meravigliosa sensazione di scoprire posti profumi e culture nuove, non è questo l’articolo adatto.

La Cina vista dal punto di vista lavorativo è qualcosa di diametralmente opposto rispetto all’immaginario comune da estremo oriente con fiori di loto, the servito con rituali incredibili e un clima in stile Mulan.

Ecco il the c’è, quello si!

Partiamo dalle città, Shanghai e Pechino a parte (solo loro hanno la popolazione di tutta la nostra piccina Italia), le città piccole contano dai 3 ai 9 milioni di abitanti il che significa un traffico pazzesco a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Se avete intenzione di partire e visitare c’è una parola che sicuramente non vi servirà conoscere in nessuna lingua: “autonoleggio”.

Abituati alla guida Europea in cui il clacson viene utilizzato per segnalare un pericolo o per “incitare gentilmente al movimento gli altri utenti del manto stradale”, qui il clacson viene usato per TUTTO.

Qui suona prima passa, che tu sia auto bici motorino camion autobus. La loro capacità di muoversi e adattarsi istantaneamente ad ogni cambiamento di corsia dei “vicini” è in effetti stupefacente.

Entriamo però nel vivo di ciò che ad un DJ interessa realmente scorpire quando va in giro: la night life.

Locali karaoke (o KTV) a parte, non li considero in quanto considero la prostituzione travestita da “locale musicale” un concetto abbastanza squallido, il divertimento discotecaro per cinesi consiste in due cose fondamentali: distruggersi i timpani e il fegato.

Mi spiego meglio, il concetto di “andare a ballare” così comune a noi occidentali non si applica al popolo cinese, semplicemente perché il popolo cinese, non balla.

La serata tipica in un locale definibile come discoteca si svolge in un ambiente oggettivamente molto bello, con tecnologie audio/luci/video che farebbero invidia ad un qualsiasi festival medio europeo, con musica club molto spinta a livello di BPM ma soprattutto di volume.

Il volume è incredibilmente alto in barba a qualsiasi regolamento di sicurezza/buon vicinato che possiate immaginare. Sotto console può addirittura fare male fisicamente.

Tutto ciò per accompagnare il percorso alcolico degli avventori che si svolge al tavolo.

La dancefloor all’europea infatti non esiste, tutto il locale è riempito di tavoli relativamente piccoli in cui i ragazzi/e rimangono tutta la sera a bere giocando a dadi.

Si a dadi, avete capito benissimo, un gioco lungo da spiegare a parole, il concetto base è “chi perde beve”.

Devo ammettere che al quinto giro diventa anche divertente, ma non si capisce il perché dello stile musicale.

Ultima cosa, il cibo: se pensate che il cibo cinese siano ravioli, involtini primavera e nuvole di drago, si è così, ma a colazione.

Buona cina

Alessandro Costa

PS: per ulteriori info e testimonianze video vi invito a farvi un giro sulla pagina facebook Alessandro Costa Official

Pubblicato in Senza categoria
Informativa cookies completa