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12 Lug

QUANDO LA MUSICA FA VOLARE

Il titolo sì, è un po’ azzardato, ma non stiamo parlando di serate in cui la musica fa volare la mente e tutte queste belle frasi fatte sentite e lette milioni di volte. Qui si parla di volare nel vero senso della parola. Il 3 luglio mi è capitata una cosa che in effetti a pensarci ti viene da chiederti: “E’ successa davvero?”.

Centenario Aeritalia, che per un clubber puro magari significa poco, ma per un appassionato di volo vuol dire una due giorni di emozione pura con ElectoRadio come media partner.

E’ una domenica mattina e sto tornando alle 6:30 dal DJ SET a Novara, il favoloso “Toga World Record” ma senza un briciolo di sonno perché so che da lì a 4 ore sarò in consolle per l’Aeronautica Militare. Insomma un DJ per i militari, che detta così ti viene subito in mente il classico ossimoro “il ghiaccio caldo”.

Lavorare per un’arma militare in realtà mi ha fatto scoprire un lato dell’Italia che non conoscevo. Persone vere, gentili, che non pretendono rispetto ma lo ottengono in modo naturale, persone che valorizzano con professionalità un lavoro che molti danno per scontato.

Sono le 11:30 quando arrivo al Campovolo di Torino; il giorno prima ho avuto le prove quindi so cosa mi aspetta, ma chi mastica di eventi o spettacoli sa che quando si fa sul serio l’emozione è diversa. Una postazione regia particolare: da un lato mixer multicanali, microfoni ed amplificatori, dall’altra radio ad onde corte per chiacchierare amabilmente coi velivoli.

La gente si accalca sempre di più sul parterre più grande che abbia mai visto con gli occhi al cielo ad ammirare le evoluzioni dei piloti per professione e per passione, in attesa del MAIN EVENT. Sì, stiamo parlando delle Frecce Tricolori. 150mila persone che attendono i 10 aerei più famosi del Paese.

Sembra una giornata tranquilla fino a quando, 10 minuti dall’arrivo, mi dicono che il tasto play dell’inno nazionale l’avrei dovuto premerlo io. Panico è la definizione più calzante della sensazione che provo in questo momento. Cosa fare quindi? Un bel respiro, due parole al DJ che si è rintanato dentro di me per la paura…“hai messo inni al Giro D’Italia, alle finali scudetti e alle Champions League quindi stai calmo, niente di diverso”.

Mi mettono la cuffia della radio ad onde corte in testa ed entro in collegamento con Pony 1, e col comandante Jan Slangen che sta pochi metri davanti a me e sento solo: “Pony in arrivo inno 5 4 3 2 1 VIA”.

Premo play, chiudo gli occhi e inizio a pregare. Tutte le 150 mila teste del pubblico si sono voltate a guardare l’arrivo solenne della pattuglia! Quando capisco che il file è nella mia squadra e non ha intenzione di piantarsi, mi tolgo le cuffie e ammiro anch’io i veri protagonisti.

Un rombo, un applauso ed ecco lo show delle frecce tricolori. Vera emozione.

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