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11 Set

MA CHE NE SANNO I 2000…

Gli Anni 90 e il loro nuovo splendore. Ma perché?

Questo “nuovo” trend che rimbalza ovunque tra social e dischi di platino, ha riportato in voga il periodo dello “squillo”, del 56k, del “vediamoci” non “sentiamoci” e, soprattutto, della musica dance.

Ammesso che per quelli come me, nati nella seconda metà degli anni 80, la musica di quel periodo rappresenta la nuova “revival”, con buona pace dei Village People e di YMCA, ma c’è un motivo per cui un brano Italo Dance della metà del decennio scorso ha più presa sul pubblico teen di una mega produzione odierna? Stiamo parlando di musica che non si prende troppo sul serio, e l’unico suo scopo era ed è quello in effetti più importante, far divertire.

Suoni dritti, testi divertenti, e soprattutto in Italiano, non capirò mai perché un brano dance cantato nella nostra lingua sia da bollare come “musica di serie B”. Ai tempi si andava in discoteca sul serio e molto più spesso e i nostri idoli erano quelli che… lo sono ancora oggi. Quelli che scalano le classifiche e sfornano dischi di platino sono sempre quelli che ai tempi tiravano fuori hit storiche che, dopo 20 anni, fanno urlare le dancefloor. Ve lo sareste immaginato da un brano che fa: “I’m blue da ba dee da ba dee”? Siate onesti.

In un mercato odierno in cui si cercano suoni sempre più complessi, forse è proprio questa semplicità che riemerge e rende questo genere immortale. Non a caso mostri sacri come Prezioso e Gabry Ponte hanno un calendario date da far invidia a molti Big internazionali. La musica da discoteca fumosa portata nello stile odierno con mega palchi ed “effetto karaoke”, un sogno a cui forse nemmeno loro si sono ancora abituati. E poi diciamola tutta: Gigi D’Agostino non si può battere.

Ma che ne sanno i 2000 della cassa dritta e basso in levare.

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