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10 Nov

QUANTO SIAMO DIFFICILI

Avete mai parlato con un organizzatore di feste in discoteca torinese?
Provate a fargli una semplice domanda: “è facile organizzare serate a Torino?”

Se state parlando con una persona sincera, probabilmente inizierà ad impazzire inveendo contro il mondo.

Aver successo nell’intrattenimento della notte a Torino è maledettamente difficile.

I motivi sono molteplici, partendo dal principale: abbiamo un’overdose di offerta incredibile.

Facciamo un esempio: per chi ha conoscenza del tessuto club sabaudo, sa benissimo che, solo nell’area del Parco del Valentino, sono presenti 3 discoteche enormi: Club 84, Life Club, Chalet del Valentino.

Stiamo parlando di un’area cittadina di poche centinaia di metri quadrati in cui sono presenti tre realtà in grado di ospitare complessivamente circa 7.000 persone.
Il ragionamento è presto fatto: in un weekend standard, dovrebbero esserci 21.000 clienti per riempire solo tre discoteche.

Ho volontariamente escluso la più forte di tutte: il Cacao, perché solamente estiva, ma che, potenzialmente, contiene, da sola, circa 8.000 persone.

Torino ha un rapporto di locali notturni pro-capite più alto di Londra, Amsterdam e Berlino ed ha una popolazione di poco più di un milione di abitanti, è quasi matematicamente impossibile riuscire a riempirli tutti per tre giorni a settimana continuativamente.

La conseguenza di questa sovrabbondanza di offerta è che il cliente medio Torinese è schizzinoso come pochi.

Una serata nuova di successo ha vita molto breve, se non viene rinnovata continuamente. L’affetto del pubblico può essere molto volatile e da un weekend all’altro si rischia di passare da un soldout, ad un wipeout clamoroso.
I prezzi tendono ad essere molto bassi rispetto al resto del Nord Italia, e l’ingresso free è ormai abitudine consolidata nella stragrande maggioranza dei locali.
Questo ovviamente è un incentivo al cliente, ma penalizza la qualità del servizio che si può offrire.
Non entro nel merito “cachet per l’artistico” per non scoperchiare il famigerato Vaso di Pandora.
D’altro canto, siamo diventati maestri del “fare necessità virtù”, riuscendo ad inventare format incredibili, sempre nuovi, a costi ridicoli se rapportati a ciò che viene offerto in altre parti d’Italia o d’Europa, tanto che parecchi di questi vengono poi rivenduti o riproposti in altre città ottenendo risultati pazzeschi.
Come si dice spesso in questo mondo: se funziona a Torino… funziona ovunque

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