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07 Dic

DUE CHIACCHIERE CON: Alessandro Pesenti

Nel “due chiacchere con..” di questa settimana, torniamo nel dietro le quinte degli eventi.
Dico eventi in senso generale perché il mio ospite di oggi ha gestito qualsiasi tipologia di manifestazione: sportiva, musicale, commerciale, fieristica ecc.

Ho avuto la fortuna di lavorare con lui molte volte e, diciamola tutta, grazie alla sua fiducia, ho potuto calcare palchi in tutta Italia con vari marchi radiofonici addosso.

Per capire di che cosa sto parlando fatevi un giro sul link qui sotto:

VIDEO

Voglia di vivere per vivere (citazione non mia) e tanta passione, per gli addetti ai lavori è Il Pes, vi presento: Alessandro Mauro Pesenti

Ciao Alessandro
Ciao Ale
Direttore di produzione, creatore di format, una vita negli eventi nazionali e non solo. Ma da dove sei partito?
Dai 22 ai 26 anni cominciai come steward negli eventi per mantenermi all’università. Dal runner fino al coordinamento del personale.
Dopo la laurea, e un viaggio di alcuni mesi tra Spagna , Portogallo e Marocco, decido di trasferirmi permanentemente in Spagna.
In quello stesso giorno ricevo una chiamata da Milano che ha segnato sicuramente la mia vita lavorativa e contribuito a lanciare la mia carriera: volare fino ad Ibiza per realizzare il primo FantaVillage. Un evento che ospitava mille partecipanti da tutto il mondo tramite un concorso organizzato da CocaCola e Viaggi del Ventaglio, 7 giorni di party no stop in un residence di soli giovani.
Immaginatelo come: l’antenato dell’Ushuaia.

Quando un evento ha fini commerciali, bilanciare i contenuti non è semplice. Come si capisce l’equilibrio tra promozione e intrattenimento puro?
Purtroppo non è una cosa che si impara sui libri, ma si acquisisce dall’esperienza e richiede una certa sensibilità. In generale, per come la vedo io, promozione ed intrattenimento sono concetti complementari che perseguono uno stesso obiettivo. Al di là dell’aspetto economico e del fatto che il denaro sia il fine o il mezzo dell’evento: l’obiettivo comune deve essere il coinvolgimento del pubblico.
La musica e i palchi sono sempre un comune denominatore dei tuoi lavori, dovessi scegliere il più bello che tu abbia organizzato?
Aprendo la cartella dei file eventi posso ricordare momenti molto differenti tra loro: eventi sportivi come il Giro d’Italia di ciclismo, All Star Game di basket, Il Giro del Dubai , il Calcio con la Nazionale Cantanti, il Preolimpico di Basket, il Beach Soccer.
Musicali come l’Heineken Jammin Festival, Sanremo , il Tour di Ligabue, Mtv Awards.
Commerciali come il Motorshow , i Tour radiofonici in spiaggia e sulla neve, l’Eicma , il Food Design., la Color Run, l’Electric run.
Tra tutti, però, il ricordo più bello è quello della Team Presentation del Giro d’Italia 2014 in partenza dall’Irlanda , Belfast.
Evento aperto e gratuito, più di 100mila persone, letteralmente una città dipinta di rosa che, per un giorno, si è fermata a condividere e celebrare un momento eccezionale dedicato allo sport: è stato emozionante

Il Giro D’Italia è tra i tuoi “main event” durante l’anno, quanto lavoro c’è prima della partenza ufficiale?
Se includiamo la produzione della Team Presentation, della tappa finale e dei 21 giorni di Giro, che sono sicuramente i momenti più impegnativi, parliamo di circa 3 mesi di lavoro a massima velocità e a pieno regime grazie a un team ben rodato.
Io lo chiamo: il mio “Dream Team”..

Il tuo rapporto con le radio: i marchi sono stati molti, quali sono le differenze tra i vari i “media partner?
Ho lavorato per molti network, iniziato dal Gruppo Finelco che comprendeva Radio 105, Virgin Radio e Radio Montecarlo, poi per un breve periodo, da esterno, per R101.
Ora sono in un grandissimo gruppo radiofonico come Rds 100% Grandi Successi.
Le differenze sono molte: dal target dell’ascoltatore alla musica che trasmettono, ma tutte hanno un denominatore comune, l’amore per la musica.
Citando una frase del mio film preferito I Love Radio Rock detta dal Conte: “Gli anni passeranno e i politici non faranno mai un cazzo per rendere il mondo migliore, ma in tutto il mondo ragazzi e ragazze avranno sempre i loro sogni, e tradurranno quei sogni in canzoni.”
La frase magica “non abbiamo budget” quanto ha danneggiato il mondo eventi negli ultimi anni?
Quando si parla di lavori creativi saltano fuori tutte le scuse: la crisi, la spending review, l’IMU, la benzina che sale.
Mal che vada c’è sempre l’ultima ancora di salvezza garantista: lo stagista.
Che tanto anche se non lo paghiamo, gli facciamo un piacere perché si diverte a lavorare”.
Scherzi a parte, la stretta economica che ha colpito il settore eventi è legata e direttamente proporzionale a quella subita dagli altri settori in questi ultimi anni. Il danno quindi c’è stato.

L’aspetto più grave è l’inevitabile svalutazione del valore economico del lavoro creativo.
Ma sono ottimista , quindi credo che sia nei momenti più critici, che nascono le idee migliori.

Ultima domanda, la più classica: dove sarai tra 5 anni?
Non so esattamente dirti dove sarò tra 5 anni. Nella mia vita ho cambiato idea mille volte, cambiato lavoro, città e vita.
Una cosa la so per certo: sono un grande sognatore e sono convinto che, citando Pablo Neruda,
chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce, chi non capovolge il tavolo quando è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati….Lentamente muore.”

Queste sono parole di una famosa poesia “Ode alla vita” che da tempo ispirano parte del mio quotidiano.

“Non so dove sarò tra 5 anni” ma sicuramente sarò felice come lo sono adesso. Magari sulla stessa isola dove tutto iniziò.”

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