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19 Dic

X Factor! Che Finale

Qualche giorno di assenza dal blog causa febbre, non mi ha permesso di recensire gli eventi del weekend, ma, grazie all’On Demand di SKY, ho potuto analizzare: la finale di X Factor.

 

Sui talent, in generale, ho un parere che definirei “agrodolce”,tra poco inizia Masterchef quindi siamo in tema.

 

Spettacoli divertenti che uniscono performance, emozioni umane e competitività.

Lo sviluppo di un talent mi ricorda molto la trama di una classica commedia romantica all’americana: si parte col divertimento puro e demenziale, le audizioni, si continua con momenti di emozione e tristezza, le eliminazioni in gara e si chiude con il lieto fine, la vittoria.

 

X Factor è diventato lo show musicale più importante d’Italia con buona pace di Sanremo. 

Il connubio concorrente/giudice crea quel senso di squadra, ognuno con le proprie caratteristiche, che va oltre la musica.

 

Qui il lato negativo: ho sempre pensato che i talent siano vinti dai personaggi non dal talento puro.

 

Prima che mi tacciate di incompetenza: sono fermamente convinto che tutti i concorrenti arrivati in finale meritassero di esserci, ma penso che gran parte del flusso di voti sia dipeso dalla “simpatia” del personaggio, non dalla musica in sé per sé.

 

Spettacolo della finale: senza bisogno di commenti. SKY da questo punto di vista si sta superando ogni anno che passa.

 

Ho guardato il palco del Forum di Milano trasformarsi continuamente in diretta televisiva con la bocca aperta e con in mente un pensiero fisso: “come c**** fanno?”

 

Una ragnatela di luci, effetti visivi, coreografie degne dei più grandi palchi internazionali. Televisivamente un impatto straordinario, non oso immaginare dal vivo.

 

Meraviglioso.

 

Nota di merito a Cattelan. Non sono mai stato un suo grande fan, ma dando ad Alessandro ciò che è di Alessandro, tenere in piedi un show del genere mediando tra: concorrenti, pubblico e quel parterre di giudici che è tutto tranne che disciplinato (sono innamorato di Arisa sappiatelo) è tutto tranne che banale, se lo si fa anche con la febbre è un bonus da medaglia.

 

Mi soffermo su due brani inediti che ho sentito e sono più vicini al mio mondo club.

 

Il primo è il brano di Roshelle, What u do to me. Posso dire che non mi piace?


Mi spiace perché è stata una delle concorrenti più interessanti, con il piglio della star internazionale di razza.

Le classifiche, però, le danno ragione, e ci mancherebbe altro. Il prodotto di marketing è stato costruito a regola d’arte.

Fedez come produttore, con quel pizzico di “simpatia particolare” che tanto piace al gossip da social network, la basa creata e suonata da Merk&Kremont (dopo il successo di Rovazzi sono i monopolisti della produzione in Italia).

 

Il brano, però, mi sa di “già ascoltato”, una linea vocale che non mi ha entusiasmato per nulla e uno strumentale da minimo sindacale, senza acuti particolari o acrobazie elettroniche.

Vedremo.

 

Il secondo brano è, ovviamente, il brano vincitore: She’s like a star dei Soul System.

Brano stupendo. Non ho molto da dire se non che in alcuni punti ricorda Gettin’ Jiggy Wit It (e non solo perché lo citano nel testo) di Will Smith.

Fosse uscito negli Stati Uniti e cantato da Pharrel Williams o Mark Ronson, lo staremmo già idolatrando come la rivoluzione Funk del secolo.

Auguro a questo gruppo di uscire dai confini il prima possibile (Alvaro pensaci tu) perché si meritano davvero un tour mondiale.

 

 

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