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16 Nov

DUE CHIACCHIERE CON… Luigi Rocca

Oggi chiacchieriamo con un DJ!
DJ, forse, è riduttivo. Producer, manager, imprenditore discografico, globetrotter. Potrei andare avanti e scrivere un libro solo sulla sua carriera, ma preferisco che si racconti lui.
Per i torinesi nostalgici lui rimarrà sempre Marshall, per il mondo è Luigi Rocca
Ciao Luigi.
Ciao Ale
Partiamo dalla carriera DJ: quanto ti ha dato Torino nella tua formazione musicale?
Torino mi ha indubbiamente dato molto sotto tanti punti di vista, è una città che ha proposto, e continua a proporre, molto in questo settore. Avere l’opportunità di ascoltare i migliori artisti del panorama internazionale nella tua città è molto bello nonché utile.
Gli anni passati come resident nei vari club torinesi mi hanno insegnato tanto e mi hanno facilitato molto nell’approccio alla pista quando ho poi avuto l’occasione di diventare special guest, accentuando l’ecletticità presente nei miei djset.

Da DJ a produttore a manager, sei stato uno tra i primi ad uscire con una etichetta indipendente su Beatport, come è successo?
L’idea originale fu del mio attuale socio Manuel De La Mare e di Alex Kenji.
Come produttore, pubblicavo su altre etichette, una sera sono stato invitato come guest al Frau di Torre Del Lago in Toscana dove ci siamo conosciuti e “sposati” professionalmente.
Qualche settimana dopo quella serata mi è stato proposto di entrare a far parte di 303lovers non si poteva rifiutare.
La 303lovers vanta un roster di nomi di prima fascia del panorama Tech House mondiale, come ci si sente a produrre tracce di grandi nomi internazionali?
Io lo vedo come il riconoscimento di un buon lavoro fatto nel tempo.
Avere grandi nomi disposti ad affidare a te i propri lavori è motivo di soddisfazione ma, soprattutto, un grosso incentivo a lavorare sempre meglio.

Merchandise, Booking e ovviamente musica, immagino che gestire un’azienda di questa entità non sia semplice, in quanti siete?
Sì non è semplice, ma adesso abbiamo trovato un’ottima divisione dei ruoli.
Al momento siamo sei persone in tutto: tra label e management, più alcuni collaboratori esterni.
Ognuno lavora concentrandosi nel proprio settore, ma restando sempre in costante contatto con il team e la coordinazione generale

Dal club torinese ai più importanti palcoscenici di tutto il mondo. Com’è l’impatto di trovarsi faccia a faccia con i pubblici più diversi?
Sempre lo stesso fin dall’esordio, anche se, sicuramente, un po’ smussato dal tempo e dall’esperienza.
“Ansietta” da prestazione nel pre-serata, divertimento puro alla consolle e ritorno a casa con la soddisfazione nel cuore.
Il fatto che sia davanti a pubblici diversi, con culture diverse, regala ad ogni serata una sfumatura unica, ma la musica è un linguaggio universale che sposta la comunicazione su un altro livello, puramente emotivo, questo mi permette di parlare sempre la stessa lingua con tutti, in tutto il mondo.

Una curiosità. Mediamente quante Demo ti arrivano a settimana? Riuscite a star dietro a tutto?
Tantissime!
Più di 100 alla settimana. Sì, le ascoltiamo tutte, anche se può capitare che passino 20 o 30 giorni dall’invio di una demo all’ascolto. Purtroppo è materialmente impossibile rispondere a tutti.

Club o Festival?
Club.

Progetti per il futuro?
Continuare a divertirmi!

Grazie Luigi
Grazie a voi!

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