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22 Nov

#SAVEFABRIC – CONTRO IL BIGOTTISMO

Il Fabric è salvo.

Riassunto delle puntate precedenti: uno dei locali londinesi più famosi del mondo, sito al 7A di Charterhouse Street, negli ex magazzini Metropolitan Cold Stores, inaugurato nel 1999, in cui si sono esibiti i più grandi artisti della panorama club mondiale (Kalkbrenner, Fatboy Slim, Groove Armada ecc.) è stato chiuso con revoca della licenza il 7 settembre scorso, a causa dei fatti avvenuti la scorsa estate in cui persero la vita due diciottenni dopo aver acquistato e consumato MDMA.

Tutto il mondo clubbing si è attivato per salvare quello che è all’unanimità definito: uno dei templi della musica elettronica mondiale.

L’hashtag #SaveFabric è stato utilizzato da migliaia e migliaia di persone in tutto il mondo e da, praticamente tutti, i grandi artisti che quel club: lo hanno fatto vivere.

Ieri (21 novembre ndr.), in una nota sui social network, il Fabric comunica che ha ottenuto indietro la licenza e che, quindi, riaprirà i battenti molto presto.

Una lotta ardua vinta contro il bigottismo e la repressione che non manca mai quando si parla di divertimento notturno.

La vicenda londinese mi ha fatto ricordare ciò che successe anche al Cocoricò qualche tempo fa, quando il locale della piramide venne chiuso nel bel mezzo dell’estate, dopo che un ragazzo perse la vita dopo l’assunzione di sostanze.

Droga e nightlife sono sempre state vicine, non voglio essere ipocrita, ma chiudere un locale perché qualche idiota non è capace a divertirsi in modo sano è semplicemente ottuso.

Con la chiusura di un locale non si ferma la droga, si sposta solo il problema in un altro luogo dove magari un morto fa meno notizia e, sulle prime pagine, si fa la figura di quelli che “agiscono contro il male del mondo”.

Se si dovessero chiudere tutti i luoghi in cui si consuma droga, probabilmente ogni consiglio d’amministrazione e ogni parlamento del mondo dovrebbe “perdere la licenza”.

Voglio usare toni duri di proposito, perché se è vero che in questo mondo c’è tanto “sporco”, è altrettanto vero che sulla notte vivono tante persone ed esistono modelli di business che sono vera e propria imprenditoria d’altissimo livello.

Non chiudo gli occhi, nel mio lavoro di “cose brutte” ne ho viste tante, ma forse è proprio per questo che mi tengo alla larga da quella roba: ho visto come ti può ridurre.

Iniziamo ad investire su un’educazione seria, facendo capire cosa vuol dire eccedere oltre un certo limite.

Educare costa tempo, soldi, energie.

Sopprimere è immediato, gratuito, rumoroso, ma assolutamente inutile.

 

Vado a prenotare il biglietto per Londra

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